Domenica
23 Novembre 2014
La notte seguente il Signore si presentò a Paolo, e gli disse: ?Fatti coraggio...? (Atti 23:11)
SOLITUDINE
Forse qualche volta apprezziamo la solitudine, per esempio la sera, dopo una giornata di contatti più o meno penosi. Ma come sopporteremmo questa solitudine se dovesse prolungarsi? E che dire della solitudine morale in cui si trovano molti nostri simili? E' duro, vero? Nell'ora della prova, non trovare nessuno con cui condividere la propria pena... Qualcuno ha sofferto quella solitudine perché noi non dovessimo conoscerla. Gesù ha condiviso la nostra condizione umana per poterci comprendere e portare i nostri pesi. Egli invita ognuno di noi: "Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati" (Matteo 11:28). Egli ha conosciuto che cosa significa essere soli. Solitudine fisica: "Il Figliuol dell'uomo non ha dove posare il capo" (Luca 9:58). Solitudine morale, più penosa ancora; incompreso dagli uomini ai quali era venuto a manifestare l'amore di Dio, incompreso dai suoi discepoli. Solo davanti all'odio degli uomini nell'ora della croce. Solo davanti a Dio, nell'ora delle tenebre, quando l'Iddio giusto lo puniva a causa dei nostri peccati, quando grida: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" E ora, grazie alla Sua opera, può dire ai suoi: "Io non vi lascio orfani" (Giovanni 14:18) "Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell'età presente" (Matteo 28:20). Promessa che ha sempre mantenuto e che manterrà fino alla fine per voi e per me.

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