Domenica
21 Settembre 2014
Tu dicevi in cuor tuo: Io salirò in cielo. (Isaia 14:13) Nessuno è salito in cielo, se non Colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell'uomo che è nel cielo. (Giovanni 3:13)
UNA SCALA PER IL CIELO?
Nella mia cassetta delle lettere trovo, ad ogni fine anno, gli auguri per il nuovo anno del sindaco della città. La lettera municipale elenca tutto quello che si è fatto durante l'ultimo esercizio, e tutto quello che si farà nel corso dell'anno nuovo con molti progetti ed un ottimismo che va fino alla citazione di quel proverbio cinese: "Non si raggiunge il cielo con un semplice salto ma costruiamo insieme la scala per raggiungerlo". Come lo richiama la citazione di Isaia 14:13, è proprio così che parla l'uomo. Si capisce, da un lato, l'augurio di quel sindaco per i suoi concittadini, ma quanto allo scopo proposto: fare della terra un paradiso non è nel potere degli uomini. Essi aspirano alla felicità e per tentare di giungervi, mettono in esecuzione ogni sorta di progetti che accaparrano sempre più la loro mente, non lasciandole né il tempo né l'occasione di ascoltare Dio. Il cielo, luogo di felicità perfetta, è la dimora di Dio. Perché l'accesso nella Sua Santa presenza sia reso possibile all'uomo, che ne è privato dal peccato, occorre un mezzo diverso da "una scala". Dio vi ha provveduto dando il suo Figliuolo Gesù Cristo, che ha soddisfatto tutti i diritti della giustizia e della santità divina, in modo che, per la fede in Gesù, il cielo ormai ci è aperto. Questa è la buona notizia dell'Evangelo della grazia di Dio. L'avete accettata per voi stessi?