Domenica
19 Ottobre 2014
Fate dunque dei frutti degni di ravvedimento. (Luca 3:8) Prima a quelli di Damasco... ho predicato che si ravvedano e si convertano a Dio, facendo opere degne del ravvedimento. (Atti 26:20)
RAVVEDERSI
Il ravvedimento (o pentimento) è ben più del semplice rincrescimento delle colpe commesse; è anche l'umiliazione davanti a Dio di averLo disonorato. Esso porta con sé un nuovo modo di pensare e di vivere a partire da quel momento. Trasforma il nostro piano di vita, i nostri valori, la nostra morale e le nostre azioni per il fatto che cominciamo a vedere il mondo con gli “occhi di Dio”. Tale trasformazione richiede la capitolazione totale dell'io. Il richiamo al pentimento è uno dei motivi più costanti della Sacra Scrittura. L'esigenza del pentimento è chiara nei comandamenti dati a Mosé. Ritorna costantemente nei profeti. Il ravvedimento è pure la nota dominante del Nuovo Testamento. E' l'unico messaggio di Giovanni Battista: "Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino" (Matteo 3:2). Secondo l'Evangelo di Marco, il ravvedimento è stato il primo discorso di Gesù in pubblico (Marco 1:15). Nelle Sue ultime direttive ai discepoli prima dell'Ascensione, Egli dice loro che il ravvedimento in vista del perdono sarebbe predicato in nome Suo a tutte le nazioni. Le parole "ravvedersi", "pentirsi", "ravvedimento" e "pentimento" ritornano più di cinquanta volte nel Nuovo Testamento. Il pentimento è un elemento indispensabile della conversione. In seguito, quelli che sono convertiti compiono atti che dimostrano la realtà di questo cambiamento.