Venerdì
10 Ottobre 2014
Non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai padri, ma col prezioso sangue di Cristo, come d'agnello senza difetto né macchia. (1 Pietro 1:18-19)
ESSERE GIUSTO, SOTTO L'AGNELLO
I primi missionari in Cina, si trovarono di fronte ad un ostacolo enorme. Abituati a scrivere con un alfabeto europeo di ventisei lettere, dovevano decifrare 214 simboli che si combinavano per formare fino a 50.000 ideogrammi. Un giorno, uno di questi missionari, studiando l'ideogramma che significa “giusto", constatò che esso si componeva di due segni: la parte superiore conteneva semplicemente il simbolo cinese di "Agnello", mentre, al di sotto, un altro simbolo significava "io". Era proprio la sostanza del messaggio da diffondere: "Io, sotto l'Agnello, sono giusto". "Sotto quale agnello ci dobbiamo porre per essere giusti?" chiese il missionario ad alcuni ascoltatori. Non seppero che cosa rispondere. Allora parlò loro di Gesù, "l'Agnello senza difetto né macchia" annunciato dalle Sacre Scritture (1 Pietro 1:19-21). Già al momento della sua uscita dall'Egitto, tremilacinquecento anni fa, il popolo d'Israele aveva offerto in ogni casa un agnello, figura di Cristo, sacrificato per la salvezza degli uomini. Il sangue posto sugli stipiti della porta proteggeva la famiglia (risparmiando il figlio primogenito), mentre all'interno si mangiava l'agnello, segno che ci si appropriava del sacrificio. Giovanni Battista, vedendo Gesù venire a lui, dirà più tardi: "Ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!". E nell'Apocalisse, è sempre sotto il simbolo dell'Agnello che ci viene presentato Gesù, è Agnello, un tempo immolato, ma ora glorificato.