Domenica
13 Ottobre 2024
...Padre... allontana da me questo calice!... (Marco 14:36)
AFFRONTARE LE TUE PIÙ GRANDI PAURE
La prossima volta che berrai dal calice durante la Santa Cena, rifletti un attimo e pensa al contenuto del calice da cui Gesù bevve nel Getsemani la notte prima di essere crocefisso. Puoi accostarti con profonda fiducia e sorbire da quella coppa perché Egli, per primo, bevve dal calice dell'agonia. Alla vigilia della Sua morte, nel giardino del Getsemani Egli pregò così: “...«L’anima mia è oppressa da una tristezza mortale... Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Però non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi»” (Marco 14:34-36). Soffermati sulle parole: “Tristezza mortale”. Nel caso pensassi che il tuo peccato non sia poi tanto grave, allora, forse, queste parole ti faranno cambiare idea. Cristo bevve dal calice dell’ira di Dio affinché tu potessi attingere dal calice della grazia. Sebbene non conoscesse peccato, Egli si accollò le colpe sia del peccatore più incallito, sia di quello più ripugnante. Il Figlio di Dio non aveva mai sperimentato la furia del Padre perché non ne aveva bisogno. Una cosa, però, non conosceva, non aveva mai provato la separazione dal Padre Suo: erano sempre stati “Uno" fin dalla fondazione dei tempi. Non conosceva la morte perché era immortale; eppure, da lì a poco, Dio avrebbe scatenato sul Figlio perfetto e immacolato la Sua giusta, tremenda e irrefrenabile ira giustificata dal peccato dell'intera umanità. Come uomo, Gesù era spaventato da quest’angoscia mortale. Fece l’unica cosa fattibile per combatterla, mostrandoci, così, come affrontare le nostre paure. Pregò ardentemente e con determinazione, quindi disse ai discepoli: “...«Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato»” (Matteo 26:36). Gesù affrontò la Sua paura con una preghiera sincera. La vinse, insegnandoci che attraverso la preghiera, possiamo superare tutti i nostri timori!
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