Venerdì
09 Maggio 2014
Che facciamo? Perché quest'uomo fa molti miracoli. Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in Lui; e i Romani verranno e ci distruggeranno come città e nazione. (Giovanni 11:47-48)
NULLA PUÒ SCUSARE L'INGIUSTIZIA
Vicino a Gerusalemme, Gesù compie il più grande miracolo inimmaginabile: risuscita Lazzaro, morto da quattro giorni e il cui corpo è già in decomposizione. Grande emozione tra la classe dirigente poiché i testimoni di questa risurrezione vanno ad ingrossare il numero di quelli che credono in Colui che si presenta come il Messia, il Re dei Giudei. Piuttosto di esaminare se alla luce delle Sacre Scritture, tutta la carriera, tutte le parole, tutti gli atti di Gesù autenticano ciò ch'Egli dice di essere, i capi del popolo considerano e temono una possibile reazione dei Romani. E il principale di loro, trascurando il preciso comandamento: di "Non commetterete ingiustizie nei giudizi", a suggerire di fare morire Gesù per salvare il loro luogo di culto e la loro nazione. Era, beninteso, solamente un pretesto per salvaguardare la loro propria posizione sociale e i loro privilegi. Ma tutti accettano di commettere un'ingiustizia irreparabile: quella di condannare a morte un innocente, il solo Giusto che abbia calcato questa terra. Perverranno a realizzare i loro fini e, con la loro insistenza, a costringere Pilato a crocifiggere Colui su cui tutti erano d'accordo nel riconoscere che non meritava assolutamente la morte. In ogni circostanza, nella nostra vita familiare, professionale e di chiesa, determiniamo fermamente nei nostri cuori, come credenti, di inibire ogni ingiustizia dalla nostra condotta, per rispetto verso il nostro prossimo, ma in primo luogo per riguardo verso Dio.