Martedì
20 Maggio 2014
Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori; perché non vi è autorità se non da Dio; e quelle che esistono, sono ordinate da Dio. Perciò chi resiste all'autorità, si oppone all'ordine di Dio. (Romani 13:1-2)
SOTTOMETTERSI ALLE AUTORITÀ
Il dovere del credente è di essere sottomesso alle autorità, qualunque sia la forma del governo stabilito, a meno che vi sia opposizione tra l'autorità civile e quella di Dio. In quest'ultimo caso bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini, e sopportarne le conseguenze eventuali. Le esortazioni dell'apostolo Paolo al capitolo 13 dei Romani sono molto esplicite, e ciò che dà loro una forza particolare è che l'Imperatore che reggeva allora le sorti dell'Impero romano era Nerone, uno degli uomini più crudeli che abbiano mai occupato il trono dei Cesari. Nonostante ciò, come lo mostra il libro degli Atti, l'apostolo dà l'esempio della sottomissione che raccomanda agli altri. Certamente, più di una volta vi potrà essere conflitto tra ciò che pretendono le autorità e ciò che Dio richiede. Un credente fedele è inevitabilmente l'oggetto dell'incomprensione, del disprezzo o dell'animosità del mondo, non ha di che stupirsene. Ciò che importa è che egli sia fedele al suo Dio anche se questo atteggiamento è per lui motivo di difficoltà, di sofferenze; forse, in taluni casi, la sua fedeltà gli procurerà anche la prigione. E non dimentichiamo la responsabilità di pregare per coloro che occupano posti di comando: essi sono tenuti a mantenere l'ordine e la pace sociale in condizioni spesso difficili. A loro stessa insaputa si elevano in loro favore delle preghiere da parte dei credenti.