Giovedì
05 Dicembre 2013
"Il SIGNORE disse a Giacobbe: «Torna al paese dei tuoi padri, dai tuoi parenti, e io sarò con te». Allora Giacobbe mandò a chiamare Rachele e Lea(...)" "Rachele e Lea gli risposero gli risposero: «(...) Fa' dunque tutto quello che Dio ti ha detto»" (Genesi 31:3-4,16)
GIACOBBE (I)
Quest'ordine dell'Eterno poneva fine ad un periodo duro e travagliato della vita di Giacobbe, che d'altronde non sarebbe stata mai troppo tranquilla. Ma quei venti anni trascorsi in Mesopotamia erano stati una specie di cattività; la conseguenza giusta ed inevitabile della sua condotta non proprio limpida. Egli amava Dio, desiderava realizzare nella sua vita la presenza, la benedizione, la promessa dell'Eterno, come suo padre e suo nonno, ma, non era il primogenito e, questo fatto, sembrava soffocare le speranze della sua vocazione. Oltre a questo l'indifferenza di Esaù verso l'Eterno aumentava il suo disappunto. Con l'inganno si procurò la primogenitura, ed in seguito all’ira ed odio del fratello, subì l'esilio e la lontananza dalla sua terra natia. L'esperienza di Giacobbe insegna a noi tutti che per raggiungere i traguardi della vita e in particolare quelli cristiani, i doni che Gesù ha promesso per questa vita terrena e il traguardo della finale perseveranza, dobbiamo essere leali ed integri con Dio e con gli uomini. Nel cammino della fede, non ci sono scorciatoie, dobbiamo ubbidire a Dio in tutta la Sua volontà, dobbiamo osservare tutte le cose che ci ha insegnato.