DÌ SOLAMENTE UNA PAROLA
L'ufficiale romano, di cui il cap. 8 dell'Evangelo di Matteo ci narra il racconto e il suo colloquio con Gesù, aveva delle grandi qualità. Era capo, e sapeva farsi ubbidire. Egli dice: “Se comando ad un soldato di andare, egli va; di venire, egli viene; di fare questo, lo fa”. Nonostante ciò egli rimaneva umile e diceva a Gesù: "Non sono degno che Tu entri sotto al mio tetto" (v. 8). Egli mostra un interesse toccante per il suo servo ammalato. Il Signore prenderà forse in considerazione tutte le sue qualità e, a causa di esse, risponderà alla sua preghiera? No, niente affatto. Nessuno può contare sulle benedizioni divine per il fatto che è buono, giusto, amabile, sincero. Se Gesù risponde a questo ufficiale, è solo perché ha trovato in lui la fede che Gli è gradevole. E quando costui dichiara: "Dì solamente una parola ed il mio servo sarà guarito'', Gesù, rispondendo alla sua fede, ristabilisce il malato. La fede di quest'uomo è ammirevole. Una parola bastava per dargli la certezza della liberazione. Questa parola che libera, Gesù l'ha pronunciata anche per voi, lettori. "Chi crede in me... vivrà" (Giovanni 11:25). Non sono le vostre qualità e i vostri meriti che vi varranno il favore di Dio, ma solamente la fede nell'opera della salvezza compiuta da Gesù.