Stampa questa pagina

Venerdì

27 Dicembre 2019

"Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com'era." (Giacomo 1:23, 24)

GLI ABITI NEL BAULE

Un credente del passato pregava, alla fine di un culto della domenica: “Non permettere, Signore - diceva – che le belle parole che abbiamo appena udito abbiano la stessa sorte degli abiti della festa che chiuderemo nel loro baule fino a domenica prossima". Questa preghiera non sarebbe forse valida oggi? Si è ascoltato la Parola, si è potuto provare della commozione per un istante, si sono presi dei buoni propositi... E poi, la vita quotidiana riprende interamente come un ingranaggio, senza lasciar posto a quella meditazione segreta che "guarda attentamente nella legge perfetta, quella della libertà" (Giacomo 1:25), né alla preghiera che chiede a Dio di aprirci gli occhi per vedere le meraviglie di questa Parola divina. Uditori che dimenticano quali noi siamo, non accontentiamoci di essere o di apparire cristiani per un momento, in chiesa... alla domenica. Che cosa siamo noi realmente, che cosa si vede di noi nel nostro lavoro giornaliero, in casa come in officina, a scuola, in ufficio?

 

Copia

{ampz:Condivisione Meditazione}