Stampa questa pagina

Lunedì

24 Marzo 2014

Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, la persecuzione, la fame,..?... Ma in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. (Romani 8:35,37)

TERTULLIANO

Questo "padre della Chiesa" nacque a Cartagine nell'anno 160 d.C. Dotato di grandi talenti naturali, studiò il diritto ed sercitò la professione di avvocatoa. Colpito dalla fermezza e dalla costanza dei martiri cristiani, accettò Gesù come suo Salvatore. Da quel momento la sua vita cambiò interamente. Egli diceva: "Sono stato cieco, non distinguendo la luce che il Signore dà a quelli che credono in lui. Un tempo insultavo l'Iddio dei cristiani, ora L'adoro”. Ecco alcuni estratti dell'apologia che rivolse ai governatori delle province: “Esistiamo da poco tempo, eppure riempiamo tutto: le vostre città, i vostri paesi, i vostri consigli, le vostre truppe, il palazzo, il senato: vi lasciamo solo i vostri templi; le vostre più raffinate crudeltà sono senza effetto: contribuiscono perfino all'avanzamento della nostra Fede. Man mano che voi ci mietete, noi ci moltiplichiamo. Molti vostri filosofi raccomandano nei loro scritti di soffrire con pazienza i dolori e la morte. L'esempio dato dai discepoli di Cristo è più eloquente di queste parole. Quest'invincibile fermezza che voi considerate ostinazione e che ci imputate come un delitto è un richiamo convincente per chi ci osserva. Chi ne può essere testimone senza essere scosso ed essere condotto a ricercarne la causa?". Oggi, si potrebbe parlare di cristiani di quella tempra?