Voi attingerete con gioia l’acqua dalle fonti della salvezza (Isaia 12:3)
LA GIOIA ALLA FONTE
Il profeta Isaia parla qui di due momenti diversi dell’esperienza del credente. Prima la sofferenza interiore e la tristezza causate dalla giusta ira di Dio, poi la gioia che scaturisce dal Suo perdono. Una vera conversione passa sempre per una fase di dolore: è il sincero dispiacere dell’uomo che è cosciente di avere, con il suo peccato, offeso Dio e recato del male ai suoi simili. Le fonti della salvezza sono sorgenti che non s’inaridiscono mai; da loro sgorga sempre l’acqua viva della grazia di Dio. È acqua che è attinta con gioia perché purifica, disseta e dà vita. Non c’è speranza di gioia né di consolazione per chi, resistendo allo Spirito Santo, rifiuta di riconoscere le proprie colpe, come non vi fu perdono per il fariseo ch’era convinto di essere migliore degli altri uomini. Noi, come il peccatore pubblicano, diremo oggi: "O Dio, sii placato verso me peccatore" (cfr. Luca 18:10-14). Sì! La gioia del Signore è, ancora oggi, per chi, riconoscendosi peccatore e bisognoso della misericordia di Dio, invoca con fede il nome del Signore Gesù Cristo! Che aspetti?
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Meditazione del 21 marzo 2025 Voi attingerete con gioia l’acqua dalle fonti della salvezza (Isaia 12:3)LA GIOIA ALLA FONTEIl profeta Isaia parla qui di due momenti diversi dell’esperienza del credente. Prima la sofferenza interiore e la tristezza causate dalla giusta ira di Dio, poi la gioia che scaturisce dal Suo perdono. Una vera conversione passa sempre per una fase di dolore: è il sincero dispiacere dell’uomo che è cosciente di avere, con il suo peccato, offeso Dio e recato del male ai suoi simili. Le fonti della salvezza sono sorgenti che non s’inaridiscono mai; da loro sgorga sempre l’acqua viva della grazia di Dio. È acqua che è attinta con gioia perché purifica, disseta e dà vita. Non c’è speranza di gioia né di consolazione per chi, resistendo allo Spirito Santo, rifiuta di riconoscere le proprie colpe, come non vi fu perdono per il fariseo ch’era convinto di essere migliore degli altri uomini. Noi, come il peccatore pubblicano, diremo oggi: "O Dio, sii placato verso me peccatore" (cfr. Luca 18:10-14). Sì! La gioia del Signore è, ancora oggi, per chi, riconoscendosi peccatore e bisognoso della misericordia di Dio, invoca con fede il nome del Signore Gesù Cristo! Che aspetti?