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Lunedì

21 Gennaio 2013

“Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio.” (Romani 5:1)

ASSOLTO

L’uomo è ingiusto, ma la grazia in Cristo, accettata per fede, lo giustifica. Questo vuol dire che i nostri peccati non ci vengono soltanto perdonati, altrimenti l’uomo sarebbe semplicemente un amnistiato, anzi, che non ci vengono imputati “a priori”. In parole più semplici l’opera di Cristo, accettata per fede, compie un vero processo di sostituzione: il peccatore diventa, agli occhi di Dio, non più quello che è, ma quello che è stato “coperto” dalla giustizia di Cristo, che ha accettato l’ingiustizia di tutto il genere umano per espiarla sulla croce. Il “peccatore”, quindi, davanti al tribunale divino compare esente da ogni colpa, come se non avesse mai peccato ed anzi vengono attribuite a suo merito le opere giuste che egli non ha mai compiute, ma Cristo ha compiuto per lui. Questo nuovo stato determina anche un nuovo rapporto di colui che viveva lontano da Dio e schiacciato dal giusto giudizio di Dio, riacquista finalmente la limpidezza di una coscienza che gli permette di rialzare lo sguardo ed incontrare lo sguardo amoroso del Padre. Il peccatore salvato non ha un “concetto” della salvezza od una “emozione religiosa” ma ha la “salvezza”. Il passato non esiste più: le colpe, la condanna, il terrore, la ribellione e tutto il triste bagaglio di una vita distrutta e perduta possono, tutto al più, rimanere un ricordo che ispiri amore e gratitudine verso Colui che si è fatto ingiusto per farci dono della Sua giustizia e così riconciliarci con Dio.