MA CHI ME LO FA FARE?
Nelle circostanze in cui si trova, per favorire in ogni modo l'avanzamento dell'Evangelo, l'Apostolo rinuncia al suo diritto di essere sostenuto finanziariamente. In qualche modo sopravvivrà. Dio non abbandona chi Lo onora e Lo serve. Chi annuncia l'Evangelo a pieno tempo dovrà però vivere solo di compassionevoli elemosine? Dovrà cercarsi un lavoro temporaneo mal pagato ? No, il principio è chiaro: "Il Signore ha ordinato che coloro che annunciano il vangelo vivano del vangelo". È volontà di Dio che coloro che sono stati messi a parte dalle attività secolari comuni per studiare, pregare, predicare l'Evangelo, insegnare la dottrina cristiana, fare cura pastorale ecc, ricevano da parte dei credenti, per questo loro servizio, un compenso adeguato. Se c'è di mezzo il denaro, si può essere certi che vi saranno discussioni, polemiche, critiche, contestazioni, accuse, gelosie e pretese, come se il ministro di Dio dovesse svolgere la sua opera gratuitamente. Il ministro di Dio deve essere sempre a mia disposizione quando ne ho bisogno, deve condurre i miei battesimi, matrimoni e funerali, deve occuparsi dell'istruzione religiosa dei miei figli, deve farmi visita, prendersi cura di me e riverirmi. Come dovrà vivere però? A me non interessa, che si arrangi! Che usi gli spiccioli che metto nella cassetta la domenica quando vado in chiesa". Sì, vi è chi ragiona in questo modo. Non solo, ma questi stessi sono sempre pronti a criticare il ministro di Dio per come predica, per la sua casa, la sua automobile, la sua famiglia, il modo in cui "la chiesa" amministra il (poco) denaro che ha. Allora il ministro di Dio si chiederà: "Ma chi me lo fa fare?". Il Signore, certo, e continuerà la sua opera, nonostante l'ottusa irresponsabilità di tanti.