PUBBLICITÀ
Oggi è più che mai il tempo della pubblicità: si fa a gara per mettere in maggiore evidenza il proprio prodotto da vendere o le proprie idee da diffondere. Recentemente anche gli atei pubblicizzano a grandi lettere la loro negazione di Dio e la loro ambizione a voler vivere allegramente senza scrupoli di coscienza e sensi di colpa. Certo, sono liberi di farlo, ma questo è strano: non ci dovrebbe essere bisogno oggi di pubblicizzare l'ateismo, visto che già la grande maggioranza della popolazione vive come se Dio non esistesse! Per quanto si tenti di soffocare il pensiero di Dio e la verità deviando l'attenzione della gente sulla menzogna, la luce riesce sempre, prima o poi, a farsi strada smascherando l'inganno. La luce di Dio brilla forte sul candeliere della coscienza umana. La luce di Dio brilla, non può essere nascosta o soffocata, essa prevarrà, nonostante i tentativi umani di nasconderla dalla vista, anzi, ne metterà in luce tutta la vanità e la futilità. Abbiamo però anche, come cristiani, la responsabilità dell'annunzio, della proclamazione dell'Evangelo di Cristo con la testimonianza aperta delle nostre parole e della nostra vita, per la Sua gloria. Al centro del nostro annuncio, della nostra "pubblicità" ci deve essere Cristo, la Sua persona, la Sua opera, le Sue virtù. Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù quale Signore, e quanto a noi ci dichiariamo vostri servi per amore di Gesù; perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo" (II Cor 4:6).